Monday, January 26, 2009

Il 25 gennaio 2009 a Bologna incontrai Billy Blade dei Gaznevada #republic

Il giorno 25 gennaio 2009 ho avuto il grande piacere di conoscere Sandro Raffini aka Billy Blade. Ex Gaznevada. Ci siamo incontrati - grazie a Stefano Pasquini - in un bar di Bologna e malgrado il freddo polare, almeno per la sottoscritta, siamo stati quasi due ore a conversare seduti al tavolo all'aperto. In pieno inverno! Dopo la mia partenza, la nostra conversazione si è spostata momentaneamente su altre frequenze. Il testo che segue è frutto di queste prime corrispondenze elettroniche. C'è anche una registrazione del nostro primo incontro. Buona lettura. Buon Ascolto.

From: Sandro To: Ilari Subject: Re: ps Date: Wed, 28 Jan 2009 04:46:52 +0100
When the music is over è l'unica cover che abbiamo mai fatto, una cover dei DOORS, in cui è stato mantenuto il testo originale, ma la musica ed il cantato sono stati completamente stravolti e sono nostri. Questa, oltre ad altre di cui ti parlerò in seguito, è stata un'operazione musicale sì, ma che va come intenti, al di là del puro evento canzone-cover, in quanto noi ci appropriammo sfrontatamente di un mito volendolo fare nostro, dando altro colore e sound al meraviglioso testo di Jim Morrison, un sound che sentivamo più adatto a quello che noi ritenevamo lo spirito dei nostri tempi, con un'improntitudine anarcoide che ci ha sempre contraddistinto fino a Dressed to kill compreso. Nello stesso tempo è stato un omaggio fatto alla "adolescenza a tutto asservita" (Rimbaud), periodo nel quale io ed altri futuri membri del gruppo ascoltavamo questi grandi del passato a casa del nostro primissimo bassista, nonchè carismatico"fratello maggiore" e figura iniziatica: Giampiero HuberA.K.A Johnny Tramonta (coofondatore della Traumfabrik insieme al disegnatore Filippo Scozzari). Tanti si cimentarono nella creazione di opere con una forte connotazione pop tra cui una ragazza che si chiamava Sandra Zabbini.
Gaznevada.
Leggevo il racconto di Chandler "Gas di Nevada", e con il chitarrista scrivemmo su di una bombola di gas dell'appartamento occupato le stesse parole. Precedentemente il nostro tastierista dell'epoca Nico Gamma (Gianluca Galliani ) ce la menava con la sua idea di nome, che era "Zyclon-B". Il nome non è che ci dispiacesse, perché richiamava qualcosa di tecnologico, velenoso, morboso, negativo e devastante, come alcuni di noi pensavano dovesse essere l'impatto della nostra musica, poi gli facemmo notare dopo aver preso informazioni che quello era il gas con cui venivano sterminati gli ebrei nelle camere a gas, e non era cosa! Premetto che questa è una delle diverse versioni della storia dell'origine del nostro nome, suggeritami da A.Droid (anche se non è sicurissimo, sono passati 30 anni!), con la quale io concordo, perché la sento vera. I miei ricordi sono veramente nebbiosi, anzi,GASSOSI!
Fu la Sandra durante un viaggio a Londra - che per Giorgio si rivelò illuminante (vide dal vivo i primi Ultravox e ne fu folgorato) - ad avere l'idea di sintetizzare il nome che era partito dalla mia lettura : da Gas di Nevada a Gaznevada (inserendo, probabilmente per influenza di N.Gamma, la mefitica Z di Ziclon-B). Quando tornarono ce lo proposero e tutti rimasero folgorati : suonava da dio e non assomigliava a nessun altro nome di band bolognesi molto più orientate verso il demenziale.

Era bizzarro, intrigante , ermetico e vagamente minaccioso, proprio come noi volevamo essere. Insieme al NOME (certi nomi hanno un grande potere! ), ci arrivò anche il contagioso amore per gli Ultravox dei 2 primi album, guarda caso un gruppo che miscelava elettronica, sax,chitarra elettrica, e la particolare voce strana ed algida di Johnn Foxx.
Hiroshima mon Amour insieme a Lonely hunter erano pezzi gettonatissimi da noi, al tempo. La Sandra (pace all'anima sua) scrisse anche le prime due strofe di Nevada Gaz insieme ad Andy (Giorgio); io ne ho scritto una , forse la meno bella. Nevada Gaz (retro Blue T.V set) fu il nostro primo 45 su vinile, un oggetto magico che purtroppo non possiedo più ed è considerato una rarità sul mercato.
Cercherò di sintetizzare: Come hai detto tu durante l'intervista, fummo una delle prime band italiane (per alcuni aspetti la prima), a curare la multimedialità del prodotto, liberi o quasi da influenze estranee tranne qualche consiglio di Oderso Rubini (il nostro primo e per me unico produttore). Oderso però lasciava la decisione ultima sulle copertine a noi. Dopo l'esperienza Traumfabrik: (colorazione di foto poi fotocopiate con le prime Xerox a colori (idea seminale di Huber) per ottenere un altro tipo di immagine coi colori esasperati, deformazione manuale delle fotocopie,(precursori analogici dell'uso di Photoshop), la fortissima influenza di Warhol, collages, decoupage, disegni fortissimamente influenzati dai comic boocks (grande passione mia, di Giorgio e di huber) non potevamo non lasciare il segno (anche perchè gli eventi si svolgevano simultaneamente (musica e "arte", grafica pop) e si succedevano freneticamente e caoticamente), dicevo, non potevano non lasciare il segno sulle nostre copertine (nei primi 2 album totalmente o quasi ideate e materialmente prodotte da noi). Stesso discorso per i volantini che riportavano immagini in B\N trattate ,con soggetti molto forti (riots, operazioni chirurgiche,etc..). Li distribuivamo con il fanatismo di militanti politici,con apparizioni a sorpresa situazioniste cercando di creare l'evento prima dell'evento. Erano volantini mai visti prima politicamente scorretti, violenti morbosi,aggressivi ,in una parola: provocatori. Le persone a cui li distribuivamo (ambito universitario, bar e locali underground) di primo acchito rimanevano sconcertate, poi molti li ricercavano e li collezionavano. Volevamo essere diversi dagli altri,non volevamo essere assimilati al "fenomeno del rock demenziale Bolognese " ed avevamo preso le distanze da ideologie e movimento anche se ne avevamo fatto parte (infatti il primo concerto del Centro d'urlo metropolitano (Questo fu il nostro primo nome!) avvenne senza di me (ero in ospedale) durante e "dentro" il convegno contro la repressione nel settembre 77.

Il distacco dal movimento, l'attitudine ed il look punk prima maniera, l'uso di certe sostanze ci provocò odi ed incomprensioni tra chi era ancora fortemente legato all'ideologia, se non il disprezzo di alcuni. Ma noi andammo avanti sulla nostra strada anarco - individualista -situazionista. Ci piaceva non essere amati da tutti o da molti. Eravamo quasi tutti proletari o piccolo borghesi,ma con un' atteggiamento "aristocratico"- anche se questa non è la parola giusta. Forse ci piaceva essere un piccolo(ma megalomaniaco) gruppo deviante, controcorrente, profetico, catastrofista: PUNK, ma non solo. La nostra musica - in un mondo di cantautori e progressive rock - aveva un'impalcatura armonica abbastanza semplice se non minimale.

Lavoravamo molto sui riff ipnotici e ossessivi, sulla distorsione elettrica esasperata (Ciro aveva un vecchio Marshall 100watt che a 2 di volume già devastava, in più usava uno dei più potenti fuzz dell'epoca : il BigMuff. Sperimentavamo sui sovracuti di sassofono, su suoni sintetici inquietanti e sulle prime sequenze elettroniche; usavamo le prime drum machine elettroniche (non programmabili) al limite della distorsione nonché echi, ancora a nastro, portati al limite per ottenere effetti speciali, o per creare loops. ll nostro sound oscillava tra punk e psichedelia straniante - a volte paranoica ed ansiogena - viaggiando sui primi tappeti elettronici.
Ascoltavamo religiosamente e ci facevamo influenzare da: Velvet Underground (importantissimi), Ultravox (importanti), Ramones (importantissimi), Iggy POP (importantissimo), Richard Hell and the Voidoids, Dead Boys, Suicide (importantissimi), No NewYork, Pere Ubu (importanti). Wire, Devo (importanti), Kraftwerk (importantissimi)ma anche da altri gruppi della wave elettronica tedesca ,Talkin Heads (importantissimi), Contorsions (importantissimi,io li idolatravo), Roxy music (importantissimi), Miles Davis ed Herbie Hanckok (molto importanti per me), CaptainBEEFHeart, King Crimson (importanti, soprattutto Fripp per Squibb), Frank Zappa, Brian Eno (importante), Television, David Bowie, Residents (molto importanti per Giorgio e Huber), ma anche, (non spesso) Karlheinz Stokausen, Philip Glass(importante), Steve Reich (importante). Ad alcuni di noi piaceva molto la cosiddetta musica iterativa (Glass,Reich)e Squibb amava molto il primo G.Moroder. Poi c'erano i Cramps (importanti), Lydia Lunch e tanti altri conosciuti o meteore semisconosciute dell'underground americano ed inglese (soprattutto americano). AH, ovviamente, i Sex Pistols :(la loro influenza su di noi però non è stata veramente importante - se non parzialmente - agli inizi). C'era chi ascoltava anche i Clash, ma a me non piacevano molto e non amavo nemmeno the Jam (di cui però vidi un concerto entusiasmante a Londra: dal vivo erano grandissimi). Non nego che si ascoltassero anche i primissimi Police, ma, a parte il nome che non ci piaceva, non hanno esercitato alcuna influenza su di noi (a parte forse un po’ su Bat Matic, il batterista che amava anche sfegatatamente i Beatles. (Io ho sempre "tifato" Rolling Stones, che erano amati anche da altri del gruppo), ma questi sono band del passato.

Per quanto mi riguarda, nutrivo una vera passione per le soundtrak dei telefilm polizieschi degli anni sessanta,cosa che si può certamente notare nei miei riff sassofonistici. BIanco e nero, 4 DI NOTTE, alterato, polizieschi serie B. Amavamo i film e le colonne sonore dei film di John Carpenter. Elettronica minimale, suspence, adrenalina, paranoia, catastrofe. Sick Soundtrack. Anche Brian de Palma era per me e per Pagano ma anche per Giorgio fonte di ispirazione. Quando facemmo la mini "tournee" per presentare "Dressed to kill " (come l'omonimo film di de Palma) decidemmo di presentarci regolarmente sul palco preceduti da una "horror soundtrack" preregistrata (o forse suonata da Andy nel backstage), abbigliati con "costumi di scena "che consistevano in impermeabili di plastica grigia, parrucche bionde, occhiali neri (i vestiti del maniaco nel film) e naturalmente pistole giocattolo con le quali entravamo in scena sparando come pazzi avvolti dal fumo nell'oscurità quasi totale, squarciata solo dai lampi della lampada stroboscopica che settavamo a una frequenza da attacco epilettico. Ci piacevano molto anche potenti riflettori a luce bianca sparata da dietro-temperatura colore: mezzogiorno sul ghiacciaio!- e le lampade di Wood con il loro effetto di luce negativa e violacea.
La strobo con la sua intermittenza ipnotica e adrenalinoattivante e la colorazione blù livido dei suoi lampi fu una costante in molte dei nostri live act. Il pubblico era totalmente sconvolto,quasi intimorito da queste apparizioni, ma poi sballava letteralmente perché vedeva per la prima volta qualcosa che era anche terribilmente eccitante e andava in trance (come noi del resto).
Nelle migliori performance si arrivava quasi ad uno stadio di possessione collettiva. Posseduti dai "loa" del rock'n'roll. Cantavamo in due io e Andy, voci diverse per brani diversi, ma funzionava. Non c'era il classico "leader". Era un po’ come con i Velvet , a volte cantava Lou a volte Nico, anche se io cantavo un po’ meno perché suonavo anche il sax e l'organo Farfisa, ma, del resto anche Andy suonava il suo moog "Sonic six". Non voglio omettere Marco Bongiovanni A.K.A Pugnale A.K.A Chainsaw Sally, il nostro secondo e definitivo bassista, che dopo un inizio titubante, si dimostrò un ottimo musicista creativo, con linee semplici ma efficaci, precise, potenti. Ottimo programmatore e D.J, ha avuto un ruolo importante nei Gaz versione 2.0 adesso é molto conosciuto e apprezzato con il nome di D.J MARKINO.

Cantavamo in un inglese scorretto grammaticalmente, testi semplici e ripetitivi (quasi sempre), ma non ci importava delle critiche perchè ciò che ci interessava era come il testo suonasse timbricamente e ritmicamente. In Walkie Talkin (Sick Soundtrak), Giorgio usa quasi solo dei fonemi, ma il pezzo funziona lo stesso e trasmette esattamente quello che è preannunciato dal titolo. Eravamo presuntuosi ma non me ne pento perché volevamo sperimentare possibilità inedite, volevamo essere diversi, un piccolo gruppo di iniziati che voleva essere differente da tutti gli altri. Ci siamo riusciti nella prima cassetta ma soprattutto nei primi due album su vinile. Nonostante ciò favoleggiavamo di grandi successi senza minimamente comprendere quello che si sarebbe dovuto pagare per il successo vero, (perlomeno io). Non facemmo successo con la prima versione del gruppo ma (non l'abbiamo detto noi) abbiamo lasciato una traccia importante e originale nella storia del rock italiano.
Si parla ancora di noi a distanza di 30 anni e sono nate vere e proprie leggende sui primi tempi del nostro gruppo. Eravamo sbandati e scoppiati ma ci mettevamo l'anima e il nostro piccolo ma adorante pubblico lo percepiva ed amava la nostra attitudine punk, la nostra voglia di sperimentare ed improvvisare. Quando Andy se ne è andato (non per mia volontà, anzi) le cose hanno cominciato a cambiare aspetto, poi abbiamo commesso l'altro grande errore, quello di espellere Bat Matic, che era un batterista quantomeno originale. Non stava simpatico a nessuno in quel periodo ma dovevamo capire che stava attraversando un momento difficile. Non l'abbiamo capito e la strana magia, l'alchimia che ci aveva tenuti assieme fino a quel momento, l'amicizia - anche in situazioni difficili - si sono dissolte. Quando provammo a diventare un gruppo normale toccammo per un attimo il vero successo, ma per me il prezzo da pagare si rivelò troppo alto, non ero adatto nè preparato al tipo di pressioni che si hanno a un certo livello. Odiavo andare in televisione, ed è buffo per me che adesso molti giovani siano disposti a tutto per apparire di fronte alle telecamere, fingendo autenticità. Io -al contrario - odiavo autenticamente i playback in tv e in discoteca, odiavo le basi programmate, arrivai ad odiare la musica.
Forse ho un carattere fragile ed iperemotivo, ma furono ragioni più profonde a causare il mio crollo: per me la magia era finita e i Gaznevada, (anche se abbiamo fatto qualche pezzo "carino" - che non rinnego - in quel periodo), erano diventati un nome fra gli altri, un logo senza anima. I "loa" del Rock'n'Roll se ne erano andati.

Truly yours, Billy Blade.
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Micky Mouse e Punk Elvis (foto 1 e 2) sono disegni di Billy Blade.
Chitarrista Futurista (foto 3) è un disegno del 1977 di Giorgio Lavagna, membro fondatore di diversi gruppi musicali della scena bolognese, fra cui Centro d'Urlo Metropolitano (1977), Gaznevada (1978), Stupid Set (1979), 20th Century (1984), 4DM (1982), The New Velvet Underground (1989) e True Human Show (2001), vive e lavora fra Bologna e Modena. Si occupa delle edizioni italiane di diverse collane di fumetti prodotti negli Stati Uniti, fra cui Spawn, Captain America, New Avengers, Ms Marvel, Ghost Rider, Squadron Supreme, Witchblade, The Darkness, Transformers e molti altri.

I disegni fanno parte dell'archivio Traumfabrik files che può essere consultato sul bellissimo sito all'indirizzo http://www.traumfabrik.bo.it/ - Manifestazione estrema della creatività del Movimento Bolognese del '77 la Traumfabrik ha rappresentato tra il 1976 e il 1983 il punto di riferimento di alcune delle più interessanti esperienze artistiche della scena locale. Nel piccolo appartamento occupato nel centro di Bologna è cominciata la luminosa carriera di Andrea PazienzaFilippo Scozzari ha prodotto le sue storie più estremiste, il mitico Cannibale è stato concepito da Stefano Tamburini.
Gruppi musicali come i Gaznevada e gli Stupid Set, e videomakers come i Grabinsky di Renato de Maria ed Emanuele Angiuli erano di casa. Irriducibile a qualsiasi logica di mercato e ad ogni compromesso politico la Traumfabrik è scomparsa senza lasciare traccia verso la fine del 1983 quando l'appartamento fu sgomberato e tutto il suo contenuto disperso. Recentemente per un caso fortuito è tornato alla luce un grosso scatolone (il reperto 1) contenente oltre trecento pezzi, tra disegni, foto dipinte e collage che ben rappresentano quell'eroica stagione della scena bolognese.