Saturday, August 15, 2009
We are All made of Woodstock
I was there. I most remember waking up in the morning to Grace Slick (Jefferson Airplane) saying "good morning, its a new day..." and launching into song as the sun came up. I remember bumping into friends, which seemed so cosmic in all those thousands of people to actually run into someone you knew. It is an experience I cherish. A turning point in my life, and I enjoy telling my kids about it! I know it was a wonderful spiritual and musical experience that will never be duplicated. Peace, Love and Music... (Diana Thompson Vincelli)
Woodstock è stato un evento inimmaginabile. Non solo per la partecipazione umana e la rappresentanza musicale ma per la nascita della community contemporanea. Sono molte le testimonianze che raccontano la storia di questa trasformazione. Si era partiti come singoli, coppie, famigliole, veterani, e si ritornò a casa con un senso di appartenenza nuova. La musica era parte di questo rito che prevedeva fango, droga, sudore, pioggia, cattivi odori. Un rito in cui il corpo si faceva collettivo. Ci furono nascite e morti, furti, risse, ma anche spiriti generosi. Community e condivisione, malgrado le speculazioni su acqua, hamburger, parcheggi, andarono a braccetto.
Woodstock è anche l'emblema dell'elettrificazione del mondo. Il suono della chitarra di Jimi Hendrix, all'alba dell'ultimo giorno, nel mentre la folla defluiva verso nuove destinazioni, annunciava la revisione dell'inno americano e un nuova era: l'età della relazione, che rimane l'eredità vera dei tre giorni di “Pace e Musica”. Una nuova mappatura del mondo, già in direzione internet, globalizzazione, e conquista tecnologica dello spazio vitale. Woodstock è stato il fenomeno trasversale, matrice intergenerazionale che ha unito e continua ad unire le persone più diverse e lontane e che rimane il segno di un evento non duplicabile. E ancora, fenomeni come Myspace, YuoTube, e feudalizzazioni di questo nuovo territorio in comune, non esauriscono l'eccesso che fu e che rimane il motore della/delle community. Una sorgente viva che fa sì che siamo - ancora e tutti - figli di Woodstock. E fiori di questa sincronicità, indelebile nella memoria del mondo. I was there! Non è un caso che molti dei partecipanti tornarono a casa con il biglietto in mano. Un biglietto su cui era impressa la scritta Woodstock Music and Art Fair. Fiera impossibile perché al di là delle ragioni commerciali del “free event”, i sogni non si obliterano né si comprano.
Per il quarantesimo anniversario, una delle tante scuse temporali per festeggiare questo evento fuori da ogni idealizzazione banale, abbiamo pensato di riproporre la scaletta originale del Festival. Una scaletta ricostruita sulle tante testimonianze lasciate dal popolo di Woodstock, perché l’evento fu qualcosa di complesso, imprevedibile, improvvisato a tratti. Una grande performance al plurale, un evento d’arte totale, an Aquarian exposition. Non si potranno invece replicare quelle che furono le pause sonore, il pellegrinaggio, lo stare insieme agli altri, in cui il tessuto vitale del festival riemergeva con tutta la sua potenza “live”: il sonno, i trip, le distensioni, la fatica, la gioia, la sessualità, l’arte di vivere “qui ed ora”. Quella può essere solo immaginata in un viaggio sonoro che lasceremo correre per i prossimi tre giorni. Buon Ascolto!
Woodstock Music and Art Fair (1969-2009)
http://live.radioartemobile.it/