La rivoluzione, infatti, è un grande processo formativo del proletariato. Il proletariato può vincere solo a condizione di costituirsi come classe nella lotta attraverso la lotta. Ma potrà diventare una classe solo se nel proprio interno esso avrà sviluppato l’autentica coscienza di classe, la quale a sua volta può nascere unicamente dalla presa di coscienza maturata nell’azione rivoluzionaria, nell’azione conforme agli interessi di classe. Ogni altro discorso sulla «maturità ideologica» del proletariato resta una vuota ciarlataneria, sia che si riconosca o che si neghi al proletariato tale «maturità».
György Lukács, Opportunismus und Putschismus, 1920 in Scritti politici giovanili 1919-1928, Laterza, Bari 1972.
Marx dice con ineguagliabile chiarezza: «In luogo dei rapporti reali, la ruota motrice della rivoluzione è per essa la volontà pura e semplice. Mentre noi diciamo agli operai: ‘Dovete combattere quindici, venti, cinquanta anni di lotte civili e guerre popolari non solo per cambiare i rapporti ma per trasformare voi stessi, per rendervi atti al potere politico’, voi dite, al contrario: ‘Dobbiamo giungere subito al potere, altrimenti possiamo metterci a dormire’ […]. Come i democratici trasformano la parola popolo in un’entità sacra, così fate voi con la parola proletariato. Come i democratici, anche voi sostituite allo sviluppo rivoluzionario la fraseologia della rivoluzione». fr. K. Marx, Enthüllungen über den Kommunistenprozess in Köln - Rivelazioni sul processo dei comunisti a Colonia, in Marx-Engels, Werke, cit., p. 413.