"Abbiamo salutato l'emergere, estremamente vivo e significativo, di una
società civile che mette in evidenza valori prima compressi, esalta l'uomo,
rivendica diritti e pone esigenze rigorose alla società politica, contestandone
l'esclusivismo e la cristallizzazione. Ma c'è modo e modo di vivere questa
esperienza e di secondare le spinte di progresso. Infatti vi sono ancora
equilibri da rispettare, assetti istituzionali da salvaguardare, esigenze di
sintesi e di ordine da non disattendere. Altrimenti un movimento vitale, segno
importante di tempi nuovi, rischia di essere distorto, fino a divenire, invece
che una ragione di composta e utile novità, un principio di confusione, uno
strumento di disgregazione, un pericolo di instabilità e di indominabilità della
società italiana.
Ad un eccesso criticabile di strutture verticali può allora subentrare un abuso
della dimensione orizzontale. Alla riaffermazione, in sé sacrosanta, dei diritti
della persona rischia di mancare l'indispensabile contrappeso di una vigorosa
consapevolezza dei doveri umani e sociali, che entrano a costituire, in modo
essenziale, un giusto equilibrio di libertà ed autorità, elementi tutti, nel loro
insieme, di un processo altamente dinamico, ma ordinato. (...) Al grande
valore della diversità può mancare il completamento del valore dell'unità. (...)
Alla spinta dell'opposizione e della critica, principio indispensabile
dell'innovazione e del progresso, non farebbe riscontro una seria proposta
alternativa capace di dare vita a un nuovo ordine; nuovo sì, ma un ordine, uno
stato che sappia essere, pur nell'incessante riprodursi delle ragioni di
cambiamento, un vero stato e non l'incerta espressione di un potere in realtà
inesistente."
Aldo Moro (Il Giorno, 13 maggio1977)